Un’azienda che mira a competere nel settore industriale deve avere come prerogativa la ricercadell’efficienza. Più i processi sono realmente efficienti, più il prodotto sarà di qualità, con conseguente innalzamento della reputazione del marchio. L’efficientamento della catena di produzione è anche uno dei “leitmotiv” dell’industria 4,0, che ha apportato una serie di innovazioni tecnologiche che consentono all’azienda di reperire i cosidetti Big Data, dati che vengono poi processati e analizzati per gli scopi preposti.
Ma in cosa consiste esattamente un processo efficiente? In sostanza, lo si ha quando con gli strumenti a disposizione non è possibile raggiungere un livello più alto di conseguimento degli obiettivi o comunque degli output che l’azienda si è prefissata. Un processo efficiente, inoltre, prevede grossi benefici con costi relativamente contenuti. Un approccio che ha grande rilevanza in molte fasi, specialmente nella logistica distributiva, che viene spesso guardata con superficialità in quanto ritenuta di semplice attuazione. In realtà, dai dati riguardanti la logistica distributiva si comprende molto del lavoro di un’azienda, delle modalità impiegate e di conseguenza dell’efficienza. Quando l’output si rivela ben lontano da quello previsto, allora ci si accorge della reale importanza di una logistica distributiva che deve mirare ad un rapporto con costi bassi e alto numero di unità spedite.
Nella logistica distributiva, l’efficienza può essere migliorata anche prendendo alcuni accorgimenti particolari. Ad esempio, una delle caratteristiche decisive in tal senso può essere l’accurata scelta dei fornitori da parte dell’azienda. Chiaramente, prima di rivolgersi ad un fornitore, l’azienda provvederà a fare tutte le verifiche più opportune, richiedendo ogni tipo di informazione e controllando preparazione, competenza, professionalità, serietà ed esperienza. Tuttavia questo potrebbe non bastare, dato che per valutare correttamente il servizio offerto da un fornitore è necessario vederlo all’opera.
Come ogni ruolo, anche quello del fornitore può avere risvolti positivi o negativi. Ad esempio, se il buon fornitore lavora nel giusto modo, l’azienda non avrà a che fare con disservizi, lamentele della funzione commerciale, eccessivo numero di colli rotti, e via dicendo. Al contrario, se cominciano a palesarsi disservizi di varia natura, difficoltà di comunicazione, lamentele, avarie e rotture, nervosismo generalizzato tra i vari diparimenti, è chiaro che qualcosa non sta andando per il verso giusto.
Molto spesso i responsabili di un’azienda tendono ad andare “a sensazione” nei confronti di un fornitore. E’ un approccio non completamente corretto, dato che così non si riesce mai realmente a fornire una giusta valutazione, strutturata da dati oggettivi. Per stilare una valutazione il più possibile oggettiva, serve evidenziare positività e negatività del fornitore tramite degli indicatori di performance, noti con la sigla KPI. Attraverso delle tabelle, l’azienda potrà assegnare dei punteggi ai vari fornitori, tenendo conto di una serie di fattori, a cominciare dal tipo di trasporto utilizzato e da cosa si trasporta (un prodotto alimentare è ovviamente diverso da un prodotto che fa capo al settore edile).
La tabella può aiutare l’azienda a stabilire se il rapporto con un fornitore può essere considerato “Non critico”, e pertanto promuovere il lavoro eseguito, oppure “Critico”, spingendo il marchio a prendere provvedimenti per rimediare alle criticità o, nel peggiore dei casi, a sostituire il fornitore. Risultati preoccupanti, infatti, possono portare a delle brutte sorprese quando si vanno a tirare le somme: il bilancio potrebbe presentare delle falle proprio a causa di fornitori che non rispondono ai giusti criteri della logistica distributiva, rendendo il tutto molto meno efficiente.
D’accordo valutare un’impresa anche con un po’ di soggettività e fidandosi del proprio istinto, ma è sempre opportuno procedere anche a questa raccolta dati per fornire giudizi oggettivi, che vanno ad interessare la “salute” dell’azienda stessa. Inoltre, per migliorare l’efficienza della logistica distributiva e puntare ad un salto di qualità ancora più significativo, è bene affidarsi a fornitori logistici che ricerchino sul mercato tratte per bilanciare flussi che curano per altri clienti: questa intuizione comporterà inevitabilmente costi più bassi rispetto a quanto preventivato.